"Donna non si nasce, si diventa" (Simone de Beauvoir)

lunedì 29 marzo 2010

L'Unità - Impariamo dagli errori passati

LA PIAZZA E IL PD IMPARIAMO DAGLI ERRORI PASSATI -
di Daria Colombo
Ma chi glielo ha fatto fare all’insegnante in pensione Costanza Lunardi, di sessantadue anni, che guadagna 1200 euro al mese, di spenderne 120 di treno e passarci su 12 ore in un giorno, partendo da Lonato, un paesino vicino a Brescia, per andare a Roma, camminarne altre cinque e tornare indietro in giornata? E a Toni Rossetti imprenditore di Avellino? O a Laura Orlando laureanda in legge? L’elenco potrebbe essere lungo e poco importa se la cifra è quella della questura o quella degli organizzatori della giornata del “No-B day”. Resta inevasa la domanda e le numerose domande che la piazza viola ha sollevato e che un giornalista avrebbe il dovere di porsi. Sono talmente appagati dalla realtà quotidiana e annoiati dalla nostra politica, così parca di sorprese e colpi di scena i nostri giovani, i nostri pensionati, i nostri professionisti da inventarsi una scampagnata collettiva, nella pur sempre bella capitale? Ci si augura che anche chi non ha condiviso la protesta ne condivida almeno le motivazioni, che altrimenti protesta assai più forte dovrebbe essere organizzata. A parte l’assoluto elemento di originalità che ha caratterizzato la giornata, nata e organizzata sulla rete, dispiace che a qualcuno sia sfuggito che tra questa manifestazione e quella autoconvocata nella stessa piazza dai girotondi, nel 2002, qualcosa in questi anni è accaduto. Per esempio che il Partito Democratico è nato proprio per sopperire alla difficoltà di dialogo con la base intesa non più solo come l’insieme degli iscritti, ma anche di tutti gli elettori. Per esempio che nel nuovo partito dovrebbero sentirsi a casa loro non solo gli appartenenti ai vecchi partiti ma anche quella società civile che a loro fianco (e non contro di loro) fa da anni opposizione. Per esempio che in questi anni laddove la politica ha cambiato le sue forme aprendosi verso i cittadini è stata puntualmente premiata (vedi primarie), e che se anziché unire in un'unica opposizione ricominciamo a dividere buoni e cattivi, quelli che hanno il diritto e quelli che no, è certo che Berlusconi ce lo terremo ancora a lungo. Può essere comprensibile la mancata adesione del Segretario del maggiore partito di opposizione a una piazza che chiede le dimissioni del presidente del consiglio, a favore di un’opposizione parlamentare e istituzionale, lasciando ai suoi iscritti, dirigenti e simpatizzanti la libertà o meno di partecipare. Forse, se si fosse preoccupato appena eletto di mantenere la promessa di creare nuove, necessarie strutture permanenti di raccordo tra Partito e società, la manifestazione la si sarebbe potuta costruire insieme, decidendo insieme contenuti, modi e finalità. Auguriamoci che accada in futuro. E auguriamoci anche di non rileggere sull’argomento, a distanza di anni, gli stessi identici articoli che già non c’erano piaciuti la prima volta. DAI GIROTONDI ALL’ONDA VIOLA GIORNALISTA

7 dicembre 2009
pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 19) nella sezione "Forum"

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