"Donna non si nasce, si diventa" (Simone de Beauvoir)

domenica 28 marzo 2010

Le ragazze del Palazzaccio Tutto cominciò con Borrelli

ROMA - Roma, interno giorno. Primi di gennaio. Silvia e Claude sono a pranzo da Marina, la casa è piccola, brillante, piena di libri. Due gatti sul divano. Edoardo cucina. Conversazione sul tema del giorno: Borrelli e l' inaugurazione dell' anno giudiziario. Silvia: «Capisci, Borrelli è un moderato, un liberale. Non può essere spacciato per sovversivo. Non è un esagitato di sinistra, non è vero, non è così». Marina: «Adesso tutti i magistrati sono di sinistra, è una cosa spaventosa. Si dovrebbe fare qualcosa». Anna, al telefono: «Ho mal di pancia. Mi fa ridere perché "i mal di pancia della sinistra" è una frase fatta, e invece io la mattina mi sveglio con un senso di fastidio che mi prende lo stomaco. Ho mal di pancia davvero: una patologia, proprio. Penso: bisogna fare qualcosa. Poi mi alzo, ma non è che mi passi». E' cominciata così, un giorno al principio dell' anno, in un salotto chiaro a due passi da villa Pamphili. Tre giovani donne fra i 35 e i 40 o poco più, un cuoco che di mestiere fa il filosofo. Due telefonate l' indomani: facciamo qualcosa davvero? Ma sì, facciamo un sit in davanti al ministero di Giustizia. E come si fa? Non so, si chiede il permesso alla questura, credo. Permesso accordato. E adesso? Adesso si va, coi cartelli. A ripensarci ora in quello stesso salotto, ora che cinquemila persone sono scese in piazza per il girotondo intorno al Palazzaccio, non sembra neanche vero. Pensare: basta, chiamare quattro amici, e far scendere cinquemila in piazza. «Si vede che proprio non aspettavano altro», ridono le ragazze del Girotondo, e accendono una sigaretta. Edoardo è ancora lì che cucina: Edoardo Ferrario, insegna filosofia estetica alla Sapienza. Oggi ha preparato il risotto. Marina serve in tavola: Marina Astrologo, traduttrice e interprete, la fama è arrivata con la traduzione di Harry Potter e questa storia del maghetto è un po' un fastidio, quasi una vergogna. «Diventare a 46 anni "la traduttrice di Harry Potter" dopo una vita di lavoro...che strana cosa». Succede spesso, quel che ti porta il successo non è mai quello per cui lo avresti voluto. Silvia Bonucci, per esempio, 37 anni, madrelingua francese: ha tradotto gli ultimi film di Nanni Moretti, gli ha fatto da intreprete a Cannes, ha recitato due cammei in Aprile e nella Stanza del figlio. «Ora sono diventata "l' attrice di Moretti", cose da pazzi. Io non sono un' attrice, traduco, sono anni che traduco per il cinema». Ha tradotto in italiano "Amelie", ma più volentieri parla di certe altre fatiche sconosciute: cataloghi d' arte di Electa tradotti per Gallimard, per dire. Erano loro quattro al principio, e Claude l' amica francese che poi è ripartita, ma sono arrivati altri. Anna Silvia, palermitana, quella che si sveglia col mal di pancia: addetto stampa. Olivia Sleiter, 35 anni: direttrice di produzione. Lara Pace, fisioterapista. Laura Arcangeli, impiegata in ospedale. Annamaria Cocchioni, amica di Silvia: lavora alla Sacher film, è assistente di Moretti. «Però vedi, questa storia che noi siamo il gruppo di Nanni non è mica vera - dice Silvia Bonucci - perché certo, sì, un paio di noi lavorano con lui. Però credimi, quando noi abbiamo cominciato con i sit in, a gennaio, lui era a New York e non ne sapeva niente. Quando poi ha parlato in piazza Navona io non c' ero, ero già tornata a casa. E quando con Annamaria la sua assistente abbiamo cominciato a lavorare al girotondo non gli abbiamo detto niente: non mi sognavo nemmeno di chiedergli l' adesione, lui non aderisce mai a nulla. Poi un giorno l' ha saputo, ci ha detto un po' per scherzo: "Vedete di non usare i computer della Sacher per mandare le mail". Qualche giorno dopo è tornato e mi ha detto: "Silvia, guarda, io non so se firmo però in piazza ci vengo". Poi si è cominciato a preoccupare: "Devi pensare alla possibilità che non ci sia abbastanza gente per fare un giro completo del palazzo". Invece ne abbiamo fatti quattro, di cordoni. Ecco, siamo arrivati insieme nello stesso posto da strade diverse, ci siamo trovati tutti lì». Tutti con quel fastidio allo stomaco. A capotavola c' è Daria Colombo, la "maestra" milanese: è lei che ha insegnato a tutte come fare. «Anche io avevo mal di stomaco, mi sono messa al lavoro. Abbiamo fatto il girotondo intorno al palazzo di giustizia di Milano il 26 gennaio». Silvia: «Noi il 26 gennaio facevamo il secondo sitin in via Arenula, pensa. Il giorno dopo ho comprato i giornali e ho letto questa cosa di Milano. Allora ho preso il treno e sono andata a Milano a cercare questa Daria, per chiederle consiglio». Daria è la moglie di Roberto Vecchioni, hanno quattro figli. Fa la giornalista. «Ho tenuto fuori Roberto, al principio. Ho cominciato a chiamare i miei amici, le persone che conosco per lavoro. Sono arrivate le adesioni di Gae Aulenti, di Rita Levi Montalcini, di Margerita Hack, li avevo intervistati da poco. Poi Roberto si è incuriosito, mi ha detto ci sto anch' io, allora mi sono sentita autorizzata a chiamare Finardi, Guccini. Ecco, è andata così». Marina Astrologo versa da bere. «La cosa principale è l' allegria. Abbiamo fatto tutto allegramente. Daria ci ha insegnato come se ci stesse dando la ricetta del risotto: prima le firme, poi le autorizzazioni, un buon logo, poi vi autotassate per fare un po' di pubblicità». Sui cellulari arrivano messaggi, squillano di continuo. Alla Sacher, in via Piramide Cestia, Annamaria Cocchioni sta dietro al computer. Decine e decine di mail. «Molti messaggi per Nanni, sì, telefonate. Ma non è che ci sia la folla qui sotto, non siamo assediati, lavoriamo tranquilli», ride Angelo Barbagallo, socio di Moretti. A casa Astrologo si comincia a pensare al girotondo del 10 marzo: intorno alla Rai. «Forse, il 10». «Sarebbe bello farlo contemporaneamente attorno a tutte le sedi Rai, in varie città». «Ce la possiamo fare?». Chissà. Se ne riparla a cena, alle dieci e mezza, domani sera. - CONCITA DE GREGORIO

Repubblica — 19 febbraio 2002 pagina 10 sezione: POLITICA INTERNA

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